martedì 5 dicembre 2017

Cosa sono le simulazioni?

Prima che iniziate la lettura di questo articolo volevo avvertire per chi fosse alla ricerca di un "racconto" come quello della volta scorsa che questo è qualcosa di completamente diverso.
In queste brevi righe mi sono presa il tempo di rispondere ad una domanda che mi è stata rivolta recentemente ed è: Durante il corso di autodifesa ci si picchia veramente?

Ebbene signori, ecco la mia piccola risposta da persona che sta scoprendo piano piano questo nuovo mondo e che ama condividerlo.
P.s.
Il prossimo post sarà nuovamente con uno "sfondo narrativo"

Recentemente mi è stato domandato se durante il corso di autodifesa ci si picchia veramente o è tutto una simulazione.
Come ho già detto, mi son iscritta a questo corso da poco quindi non sono ancora in grado di dare risposte su certi argomenti, ma mi rendo perfettamente conto che questo dubbio possa sorgere veramente facilmente.
Insomma, mia mamma è la prima che non vede l’ora di vedermi tornare a casa con il naso rotto giusto per dirmi “te l’avevo detto che ti saresti fatta male!”
Ma, a meno che io non decida di prendere a testare qualcosa, non succederà mai.
Perciò, no signori, niente violenza vera e propria.
Se ci tenente tanto a sfogare la rabbia potete sempre prendere l’autobus verso le 13-14 del pomeriggio… li si che vi divertirete.




Durante l’allenamento però, a circa metà lezione, si arriverà al momento in cui “ora mettiamo in pratica quello che abbiamo imparato”
Momento in panico.


Dopo la raffica di pensieri che attraversa il cervello come prima di un’interrogazione del tipo: Oddio non mi ricordo nulla, sa che parte è la destra? E la sinistra? Come si comandano le gambe?

Si parte.



Senza pensieri e con la testa che vortica di idee a cui non i da più ascolto si parte: colpisci a destra, sinistra, destra proteggi il viso, colpisci calcio e…
«Finito»
«Cosa?» grida il tuo cervello che ancora si sta crogiolando nell’adrenalina «Finito? Di già?»
Cenno d’assenso
«Ah» e te ne vai senza aver compreso fino in fondo quello che hai fatto fino a che il tuo cervello non rilascia l’adrenalina

Ma facciamo un passo indietro: come funzionano e cosa serve per le simulazioni?
Prima cosa servono due persone… perché fino a prova contraria per picchiarsi, o in questo caso simularlo, servono almeno due persone.
Un/a  buon/a  allenatore/trice
E tante protezioni per lui/lei

Le simulazioni, come ci anticipa la parola stessa, sono finte aggressioni strutturate in maniera tale da risvegliare la reattività e la forza nascosta dentro di noi e per permetterci di mettere in atto ciò che abbiamo imparato pochi minuti o svariate lezioni prima.
Le simulazioni possono essere di diverso tipo e di diversa difficoltà sia mentale che fisica.
Possono essere formate da una serie di movimenti in rapida sequenza per mettere alla prova la coordinazione pericolo- cervello che realizza – azione.
Oppure vere e proprie simulazioni di aggressioni fisiche.

Dato che nascondersi dietro ad un dito non serve a niente, non negherò che le aggressioni siano pesanti sia fisicamente, ma soprattutto mentalmente.
Che duri tre – quattro – dieci o venti secondi l’attenzione deve essere totale alla situazione il corpo reattivo e alcun tipo di panico.


Io nella vita non sono mai stata una che si concede al panico facilmente, ma in questo breve tempo ho imparato ad avere sangue freddo e a indirizzare la mia concentrazione dove voglio io.
Come ho già detto, ma ci tengo a sottolineare, le simulazioni sono fatte apposta per NON farsi male realmente (forse gli allenatori con tutte le botte che si prendono alla fine non saranno particolarmente felici) ma servono solo per preparare al peggio e renderci consapevoli e vigili delle situazioni, ma soprattutto, di quello che il nostro corpo è in grado di fare se stimolato e allenato correttamente.

2 commenti:

  1. Sembra davvero molto interessante, mi ha incuriosita molto

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    1. Grazie! Sono davvero felice l'articolo ti sia piaciuto :)

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