giovedì 14 dicembre 2017

E tu cosa ne pensi della difesa personale? #1

Buongiorno lettori
Nuovo giorno, nuovo articolo.

Oggi inauguro una serie di nuovi non veramente scritti da me.
Mi spiego meglio.
Come sapete bene in un corso, a meno che voi non siate un vip con l'allenatore privato, non si è mai soli... per questo motivo, dopo mille e svariati ripensamenti, ho pensato di chiedere alle persone che hanno deciso di partecipare a questa avventura con me cosa ne pensavano a riguardo.

Ho stilato alcune domande da seguire come traccia lasciando completa carta bianca a tutte coloro che volevano far sentire il loro pensiero e - o parere a riguardo.
Quindi ringrazio tantissimo a tutte coloro che hanno deciso di partecipare a questa iniziativa  e vi lascio il commento che la gentilissima Daniela ha lasciato a riguardo.



Lo sapevate che sul dizionario alla voce “autodifesa” sono indicati due significati che portano a due utilizzi diversi di questa parola?
1. Difesa personale da atti di aggressione.
2. Il sostenere la difesa legale di sé stesso da parte dell’imputato.

Ma c’è un altro significato che mi piace di più e che forse li racchiude entrambi:
“tutela, protezione di sé stesso”.
Diciamo che spesso siamo impegnati a difenderci da accuse infondate che ci sono mosse da persone di vario genere: datori di lavoro, coniugi, famigliari, estranei di vario tipo.
Bene! Questo è ciò che la maggior parte delle persone è abituato a fare nella quotidianità. Purtroppo non esistono solo situazioni in cui attuare un’autodifesa provocata da attacchi verbali. Abbiamo anche gli attacchi fisici.
Ahi che dolore!!!!

Eh sì! Può anche capitare che quegli stessi attacchi verbali si trasformino presto in scontri fisici.
E in questo caso cosa fare? Scappare? E se la via di fuga fosse preclusa?
Possibile che non possiamo sentirci liberi di camminare liberamente nelle nostre città perché sono piene di malintenzionati pronti ad aggredire le persone più indifese?
Mmmmmmh..........
E se ci facessimo insegnare, da chi è più esperto di noi, ad affrontare nel migliore dei modi una situazione di emergenza e di pericolo? Sia sul piano fisico che psicologico. Per riuscire almeno ad uscirne sufficientemente integri.
Ma soprattutto imparare come evitare di ritrovarsi in certe situazioni di pericolo.
Con questo non voglio dire che dobbiamo chiuderci in casa ed uscire solo quando abbiamo la scorta al seguito.
Anzi!
E’ proprio avendo i giusti insegnamenti che avremo il coraggio di vivere la nostra vita senza vederci condizionati esageratamente dai pericoli che possiamo incontrare.


E se a doversi difendere nello specifico fosse una donna? Sicuramente risulterebbe più svantaggiata se l’aggressore fosse uomo, ovviamente per una disparità di forza fisica.
In televisione mi è capitato di ascoltare un neurologo che spiegava come, in caso di pericolo e quindi di paura, nel cervello della donna siano stimolati i centri dell’emotività mentre nell’uomo i centri nervosi addetti a provare rabbia e aggressività. Quindi mi pare chiaro che partiamo già svantaggiate perché non abbiamo neppure l’istinto immediato di difenderci.
Dobbiamo partire dall’ABC e imparare a comportarci, se serve, in un modo per noi alquanto innaturale.
Nel nostro paese pare ci sia una crescita esponenziale di corsi di autodifesa frequentati soprattutto da uomini. A quanto pare la loro paura li porta a svolgere quest’attività atta a preservali. (Con la speranza che nessuno di loro utilizzi queste tecniche per fare del male a qualcuno ingiustamente).

Se lo fanno gli uomini che già hanno le potenzialità per difendersi meglio di una donna, perché non farlo anche noi che ne abbiamo più bisogno di loro?
Vi è mai capitato di vedere in televisione la simulazione di cosa fare in caso si verifichino delle emergenze, tipo un incendio in un ospedale? Vengono appunto eseguite delle esercitazioni alle quali partecipano tutte le persone addette a lavorare in quell’edificio. In questo modo si cerca, nel più breve tempo possibile, di portare in salvo tutte le persone presenti all’interno dello stesso.
Quindi perché non possiamo diventare sufficientemente esperte nel preservare noi stesse, attuando delle simulazioni di ciò che potrebbe accaderci durante un attacco fisico? 

Spero questo articolo leggermente diverso dal solito vi sia piaciuto, io ho trovato davvero interessante vedere un punto di vista diverso da una persona che fa esattamente tutto ciò che in quelle due ore è richiesto a me.
Ci vediamo presto con un nuovo articolo su Emma!

Buona giornata
Grazie mille ancora a Daniela per il suo tempo e la voglia di condividere i suoi pensieri!

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