sabato 7 aprile 2018

DOVE NASCE LA VIOLENZA SULLE DONNE? - E tu, cosa ne pensi riguardo la difesa personale? #6


Anche oggi è tornata a farci compagnia una persona gentilissima che ha deciso di condividere un suo pensiero con un articolo molto interessante e profondo  circa la nascita della violenza sulle donne 
Vi auguriamo una buona lettura!!
E al prossimo articolo!



DA DOVE NASCE LA VIOLENZA SULLE DONNE?
(Vecchie consuetudini e convinzioni errate, ma ben radicate, hanno permesso ad alcuni uomini di sentirsi giustificati nel maltrattare le donne)


Poco tempo fa, il Papa si è recato in Perù e durante il suo discorso ha condannato duramente i soprusi e le violenze che sovente le donne subiscono in quel paese. Sicuramente la situazione di crisi e povertà non aiuta a creare situazioni idonee a cautelare il genere femminile.
Qualcuno si illude che i problemi per le donne esistano soprattutto in paesi con situazioni economiche disastrose o in culture che precludono loro la libertà di pensiero e azione subordinata totalmente al volere del genere maschile.
Quindi, anche in Italia, tendiamo ad additare principalmente i casi di violenza su donne ad opera di uomini stranieri provenienti da queste realtà molto diverse dalla nostra.
Sì in alcuni casi è vero ma, haimè, spesso queste violenze sono interamente made in Italy.
Sembra impossibile che in un paese civilizzato come il nostro si possano creare situazioni così negative nei confronti delle donne.
Ciò che lascia esterrefatti è che le violenze spesso sono attuate da insospettabili personaggi che a tutto farebbero pensare tranne che a un soggetto violento. Conosciamo tutti il caso dell’avvocato che ha ingaggiato dei sicari per sfregiare con l’acido il viso della sua collega ed ex fidanzata.
Quindi non serve neppure avere un’istruzione e un tenore di vita di tutto rispetto per evitare situazioni di pericolo.
Sicuramente il numero dei casi di violenza non è tale da considerarsi una piaga sociale come in Perù ma, proprio perché il nostro tenore di vita è migliore, dovrebbe essere di gran lunga inferiore.
Vi sono uomini italiani che non credono alle statistiche relative alle denunce di maltrattamenti sulle donne. Pensano che tali denunce non siano sufficientemente giustificate e fatte con superficialità solo perché chi ha denunciato non è stata picchiata a sangue o addirittura uccisa.
Credo che i casi in cui una donna abbia composto il numero del 113 solo per essere stata leggermente strattonata o per aver ricevuto solo uno schiaffo, siano un numero veramente limitato. Avviene spesso il contrario. Molte di loro subiscono soprusi ripetutamente e arrivano a denunciare l’aggressore solo quando ormai è troppo tardi.
Sono cosciente che ciò che sto per scrivere mi renderà impopolare, ma viviamo in un paese in cui la libertà di parola vige ancora e vorrei goderne.
Rimaniamo nell’ambito dei rapporti di coppia. Cosa porta un uomo, cosiddetto normale, a comportarsi in maniera violenta con la sua compagna? Perché si sente autorizzato a farlo? E’ possibile che il comportamento di questa donna sia così grave da giustificare una reazione simile?
A mio parere, quando un uomo viene lasciato o cambiano alcune condizioni all’interno della coppia che mettono in allarme le sicurezze di un uomo si può creare una situazione ad alto rischio violenza se il soggetto in questione non è in grado di elaborare in modo razionale ciò che sta accadendo. Egli si considera quindi la vittima e si sentirà giustificato a commettere atti violenti per ricostituire l’ordine che il suo ego gli impone di ripristinare.
Questo tipo di uomo crede di poter agire così perché non accetta che una donna possa avere una vita con gli stessi diritti che da millenni gli uomini hanno sempre avuto senza fare tanta fatica ad ottenerli.
Forse qualcuno dirà che sto per raccontare situazioni ormai obsolete e che nel 2018 le cose sono cambiate.
Secondo il mio parere ci siamo illuse che le cose siano cambiate. C’è stato il femminismo ma, sotto sotto, per gli uomini vigono sempre le vecchie regole così comode e pratiche per loro.
Queste regole servono a dividerci in categorie utili a giustificare i vari utilizzi che un uomo vuole fare di una donna a seconda del momento della sua vita.
Urca!!!! Sento che stanno per scagliarsi su di me fulmini e saette.
Quante volte ho sentito un uomo dire: “sono troppo giovane, non mi va di impegnarmi in una relazione fissa, mi voglio divertire”. Sì, ok, ma questo non implica certo la castità:”Lui si deve divertire”.
Sapete cosa mi sono sempre sentita dire da mia madre? Comportati da ragazza seria altrimenti nessun uomo ti vorrà sposare. Allora voleva dire che io non mi potevo divertire come il ragazzo suddetto. Perché no?
Ma se tutte le donne si fossero comportate da “brave ragazze”, con chi si sarebbe divertito questo ragazzo? Ecco quindi la prima categoria di donne utili a coccolare le esigenze maschili: le cosiddette ragazze facili.
Tutte le brave ragazze dovrebbero far loro un monumento, visto che hanno preservato la loro castità e hanno fatto sì che si creasse la seconda categoria di donne: quelle da sposare.
Pensate che negli USA ci sono donne che si fanno ricostruire chirurgicamente l’imene per far credere all’innamorato che sono ancora vergini. Per fortuna che eravamo nel 2018 eh!?
Gli inglesi hanno coniato un altro termine che serve a creare un’ulteriore tipologia di donna: le MILF (mother i’d like to fuck).
Questo acronimo viene tradotto letteralmente in: “mamma che vorrei scoparmi” e generalmente viene associato a donne di mezza età che vengono considerate ancora sessualmente attraenti, soprattutto per i ragazzi più giovani. Un inglese che lavora alla televisione italiana afferma che in Italia è più difficile ottenere i favori di una donna; in Inghilterra basta farle ubriacare e ci stanno subito. Evviva! Hanno creato anche la sottocategoria delle “ubriacone” tra le “ragazze facili”.
Eccoci qui, divise in diversi generi, pronte a soddisfare tutti i loro bisogni.
Mia madre mi diceva sempre: “io ho votato per il divorzio ma adesso si separano troppo facilmente perché le donne non sono più disposte a sacrificarsi”.
Il sacrificio. Sembrava che questo termine dovesse riguardare solo le donne che, una volta sposate, dovevano scordarsi qualsiasi libertà che non fosse concessa con parsimonia dal marito.
Ma la cosa più triste è aver sentito con le mie orecchie vecchie signore lamentarsi della vita che hanno fatto a causa dei loro mariti per poi difendere a spada tratta i loro nipoti maschi dicendo che non esistono più le brave ragazze di una volta! E vorrebbero che anche loro fossero delle donne disposte a sacrificarsi senza mai batter ciglio e senza ribellarsi, come hanno fatto loro.
Se un uomo non è in grado di affrontare i cambiamenti che si possono creare in una vita di relazione, sentendosi giustificati e supportati persino da una figura femminile come la nonna, come potrà avere un atteggiamento civile e rispettoso delle esigenze della sua compagna?
Vi ricordo che le disposizioni sul delitto d’onore sono state abrogate con la legge n. 442 del 5 settembre 1981. Non è poi così lontana quella realtà.
Quindi, quando ad un uomo viene meno il modello di donna che gli necessita in un determinato momento della sua vita o c’è un mutamento nel comportamento della compagna, può scattare la violenza.
Questo perché è un maschio che non è in grado di accettare il cambiamento. Non accetta di perdere tutti i privilegi che fino ad oggi gli uomini si sono visti riservare.
Vorrei raccontarvi un altro aneddoto per dimostrare come a volte gli uomini vedono le situazioni solo dal loro punto di vista. Siamo nei primi anni sessanta, un ragazzo scopre che la sua fidanzatina, durante delle festicciole in casa di amici, balla in coppia con altri ragazzi. Il ragazzo non sa ballare e si sente ridicolo nel farlo. Decide quindi che nemmeno la sua ragazza possa danzare. Purtroppo quel tipo di musica si balla solo in coppia e questo diventa un handicap per le ragazze che vogliono ballare ma hanno un fidanzato che non partecipa. La ragazza che ha ricevuto il divieto in questione disubbidisce al fidanzato di nascosto ma, egli la scopre lo stesso. Reagisce con un bel ceffone e quando vede che le si gonfia il viso, lui pensa: “ben le sta!”
Lo stesso uomo si sposa con un’altra donna, ovviamente ancora vergine, e hanno un figlio e una figlia. Quando la ragazza ha circa venti anni e ha un fidanzato, viene sorpresa dal padre a litigare sotto casa con lui. Il ragazzo si sente offeso per un atteggiamento, a suo dire ritenuto “libertino”, tenuto dalla ragazza e arriva a sferrarle un ceffone. Il padre inferocito lo manda via e impone alla figlia di non vederlo più. Il ragazzo in seguito farà di tutto per tornare insieme e riuscirà nel suo intento. Pare che da allora non abbia più picchiato la sua compagna ma tutti sanno che è molto geloso e non le consente certo di fare ciò che vuole. Il padre ha accettato la situazione, ma non ne è entusiasta.
Io gli chiesi un giorno perché aveva difeso la figlia e lui disse: perché è mia figlia!
Vorrei farvi notare che anche la fidanzata che aveva schiaffeggiato lui era la figlia di qualcuno. Come cambia il punto di vista di un uomo a seconda delle situazioni, non è vero?

Se solo si cercasse tutti quanti di vedere le persone in quanto tali e non suddivise per genere, esseri umani, ognuno con caratteristiche diverse, tutti unici e irripetibili, capaci ognuno di dare e di ricevere senza dover umiliare o sfruttare nessuno. Sarebbe bello. Ma siamo ancora lontani da questo.
Quindi mi sento solo di dare un consiglio spassionato alle donne: “amate i vostri compagni ma non annullate voi stesse solo per accontentarli”.
Io mi auguro caldamente che le nuove generazioni di maschi siano sempre più liberi dagli stereotipi imposti dalla società in cui viviamo e cerchino di vedere le donne come esseri umani desiderosi di vivere al meglio la propria vita nello stesso modo in cui hanno sempre fatto loro. Occorre il rispetto reciproco delle proprie libertà.
Tengo a precisare che non parlo per partito preso. So benissimo che esistono uomini equilibrati in grado di amare in modo sano e spero in cuor mio che diventino la maggioranza. In tal senso io sono stata fortunata.
Ma purtroppo, in giro, ci sono ancora molti mostri in agguato.

Diana