giovedì 4 gennaio 2018

COSA SUCCEDE QUANDO TI ISCRIVI A UN CORSO DI AUTODIFESA? E tu cosa ne pensi sulla violenza? #3

Per arrivare alla fine di queste vacanze più carichi che mai e pronti, con il fatidico proposito di "dopo le feste mi iscrivo in palestra" Ecco a voi un nuovo articolo riguardo al corso di difesa personale.
Se le mie parole non sono bastate per convincervi a partecipare, o almeno, a provare vi lascio alle parole di Daniela che gentilmente ha deciso di condividere con noi.


Vi anticipo innanzi tutto che a scrivere questo articolo non è una giovane ed atletica fanciulla ventenne bensì una cinquantenne che per molti anni non ha praticato alcun tipo di sport.
Avevo sentito parlare in passato di corsi di autodifesa. 
Alcuni persino gratuiti organizzati dal comune. 
Una mia amica, che aveva subito azioni di stalking da parte di un corteggiatore sconosciuto, si era decisa a fare sia quel corso che uno di kick boxing. Io purtroppo in quel periodo ero molto impegnata in questioni familiari di una certa importanza e non mi passava neanche per l’anticamera del cervello di svolgere questo tipo di attività.
Quando ero adolescente non esistevano corsi per la difesa personale ma solo di arti marziali varie e li consideravo sport adatti a pochi eletti che avevano cominciato a svolgerli in età molto giovane. 
Sinceramente non mi attirava molto il fatto che ci fossero dei veri e propri combattimenti a livello agonistico. Se da giovane ho praticato sport è sempre stato più per motivi salutistici che per motivi agonistici. Non mi ha mai interessato gareggiare per vincere. 
Probabilmente non era nella mia natura.
Però, da un po’ di tempo, continuavo ad essere incuriosita da questi corsi di autodifesa che oltretutto non conoscevo affatto.


Un giorno mio marito mi informa che, all’associazione sportiva dove lui pratica atletica, hanno organizzato un corso del genere per sole donne. 
E io: “Ma va! Ma dai!... Che faccio mi iscrivo!?” 
E lui: “Se vuoi... pare facciano una presentazione di questa iniziativa nei prossimi giorni”
Ammetto che in quel momento mi sentivo alquanto elettrizzata. Ma pensavo anche: “Io che vado a fare un’attività di questo tipo? Oh mamma, sarò impazzita? La mezza età comincia a darmi alla testa? Probabilmente sì”. 

Andammo entrambi alla presentazione e conoscemmo per la prima volta il mio istruttore. Prima di iniziare ci consegnò alcuni volantini informativi e ci strinse la mano. 
E che stretta!!!! Sembrava di aver infilato la mano in una morsa. 
Avrei voluto dirgli: “Ehi, guarda che stai stringendo la mano a una donna e non a uno scaricatore di porto!” Pensate che questo mi abbia portato a desistere dall’iscrivermi? Ma neanche per sogno. 
Ormai ero lì, decisa a sperimentare questa nuova impresa.
Così ho iniziato le lezioni con le migliori intenzioni e sicuramente con qualche riserva riguardo la mia prestanza fisica. Giustamente, prima della parte dedicata alla tecnica, c’era la fase di riscaldamento che consisteva in esercizi ginnici di vario genere. Decisamente io arrancavo! Per chi avesse praticato regolarmente attività sportiva sarebbe stata una passeggiata. Iniziarono a venirmi i sensi di colpa: 
“Perché non ho continuato a fare sport? Guarda come ti sei ridotta! Ci sono persone più grandi di te che sono in gran forma! Aiutoooo! “
Ho dovuto quindi impegnarmi, anche al di fuori delle lezioni, a praticare un minimo di ginnastica.
Forse i corsi gratuiti, costituiti da un numero ridotto di lezioni, non comportano una parte fitness così intensa e sono finalizzati soprattutto a insegnare come divincolarsi da un aggressore. 
Credo quindi che siano meno faticosi ma non sufficientemente completi. Sono utili ma andrebbero comunque ripetuti periodicamente.
Nel mio corso invece non ci facciamo mancare nulla: fitness, tecnica difensiva ed anche un po’ “offensiva”, teoria sulla prevenzione dei pericoli. La parte tecnica è più impegnativa sul piano mentale perché, per delle neofite come noi, richiede sicuramente molta concentrazione. A volte forse abbiamo paura di farci male a vicenda, anche se tutto viene eseguito nel rispetto della sicurezza e solo a livello di simulazione. Molto importante è anche sviluppare la capacità di reazione in caso di pericolo, onde evitare di rimanere paralizzate dalla paura.

Si tratta di un’esperienza molto intensa. Essa ti porta inevitabilmente a superare i limiti che credevi di avere, ti insegna che la forza di volontà aiuta a resistere allo sforzo fisico, ti costringe a sviluppare la capacità di credere nelle tue potenzialità, altrimenti non sarai in grado di difenderti veramente. Credo sia questo l’insegnamento che il nostro istruttore cerca di trasmetterci.
Probabilmente i miei tempi di apprendimento saranno diversi da quelli di un’altra persona ma spero, prima o poi, di ottenere dei risultati sufficienti. 
Sempre che il fisico mi assista! Ah ah ah.
In tutta questa vicenda vi sono stati dei risvolti curiosi, rappresentati dai commenti di chi mi conosce.
Mi è dispiaciuto un tantino vedere le reazioni di alcuni amici che sono stati solo capaci di fare dell’ironia dicendo frasi del tipo: “Perché..., vuoi picchiare tuo marito?” Oppure: “Uno di questi giorni lo vedremo arrivare con un occhio nero dicendo che ha sbattuto contro la porta!” Volendo quindi sottolineare il fatto che io sarei la cattiva e mio marito la vittima.
Ecco! I soliti commenti stupidi. Come se stessi perdendo inutilmente il mio tempo. Nessuno ha apprezzato il mio impegno. Qualcuno potrebbe dire che stavano solo scherzando. 
Lo so, può essere. Ma ho passato l’intera vita ad evitare di fare ciò che, per una donna sola, era considerato poco prudente. Non so se un uomo possa capire quale handicap sia. 
Vivere nel timore che ti possa accadere qualcosa solo perché non hai la forza fisica per difenderti. Non è affatto piacevole. E per me, che sono sempre stata anche troppo prudente, ha costituito un freno considerevole nelle mie scelte di vita. Quindi non è edificante essere anche derisa. Forse era meglio dire solo che facevo ginnastica.
Una sera, mentre ero in auto con mio marito, gli ho chiesto se aveva chiuso la sicura delle portiere e lui ha detto: “Perché? Tanto ho chi mi difende! “ Sicuramente anche lui stava ironizzando ma almeno lo ha fatto in un modo un po’ più simpatico.
Ok, per oggi basta, ho scritto anche troppo. Spero non vi siate annoiati.
Un saluto da Daniela

Se volete leggere anche altro scritto da Daniela potrete trovare a questo link il suo primo articolo: 
https://sogni-sucarta.blogspot.it/2017/12/buongiorno-lettori-nuovo-giorno-nuovo.html

Grazie ancora e al prossimo articolo!

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