sabato 18 aprile 2015

Recensione Alex- Pierre Lemaitre

Recensione Alex Pierre Lemaitre Mentre cammina per le strade di Parigi, Alex, una giovane donna di trent'anni, viene seguita da uno sconosciuto che, dopo averla aggredita e picchiata selvaggiamente, la carica su un anonimo furgone bianco facendo perdere le sue tracce. Portata in un magazzino abbandonato, la ragazza viene rinchiusa in una gabbia di legno appesa a due metri da terra. Per lei non c'è via d'uscita: non sa dove si trova, né cosa voglia quell'uomo che non le rivolge mai images la parola. I giorni passano tra mille sofferenze. Piegata dentro quella gabbia che non le permette il minimo movimento, in quel luogo umido e buio, Alex sente che il suo destino è segnato e che nessuno verrà a soccorrerla. Ha una sola certezza: il suo rapitore vuole vederla morire. C'è però un testimone che ha assistito al rapimento, e grazie alla sua segnalazione il comandante di polizia Camille Verhoeven, un uomo fuori dal comune, con un tragico trascorso personale e modi formidabili, inizia a indagare sulla vicenda. Chi è il sequestratore? Perché ha architettato tutto questo? E, soprattutto, chi è davvero Alex? Quando l'aguzzino viene finalmente identificato e la polizia fa irruzione nel luogo del sequestro, la gabbia è vuota. La ragazza si è volatilizzata...

Questo libro che si propone come il libro thriller del secolo ma è proprio una grande delusione.
La ragazzina descritta come povera vittima che viene rapita e rinchiusa in una cassa non è altro che una persona che nasconde sotto la sua vanità e falsa stupidità il suo vero carattere di assassina. La storia non ha un vero senso perché inizialmente vediamo il commissario Camille alla ricerca di Alex per salvarla, poi la storia si ribalta completamente e il commissario si mette a cercarla perchè diventa una temibile assassina.
I fatti sono spiegati in modo rapido e le descrizioni sono messe lì come per compiacere qualcuno se non completamente assenti. Per non parlare nel modo in cui è stato tradotto il libro, ovviamente di questo non ne ha colpa l'autore, in teoria tutta la narrazione dovrebbe essere al presente in prima persona in realtà i verbi sono messi veramente con i piedi soprattutto nella prima parte del libro; in più è di una noia disarmante. Il triller tanto declamato si trova solamente all'inizio del romanzo, poi più si segue con la lettura più svanisce e si va a scadere nel romanzetto da due soldi che nessuno ama leggere.

Consiglierei questo libro: assolutamente No

Voto: due stelline su dieci

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